In questo caso, la lettura della Scala di seta da parte di Bonfadelli è risultata un efficace esempio di commedia mai spinto fino alla farsa (nel senso che diamo oggi alla parola) ma neppure limitato alla caratterizzazione banale o risaputa.

Basta trovare uno o più fili conduttori, come nel caso di quello del Quartetto Prometeo nella Tenuta dello Scompiglio a Vorno (Lucca)

Non so se il coraggio può rappresentare una categoria utile, spendibile nella critica musicale, ma una cosa è certa, questo disco di Agnese Toniutti è un lavoro coraggioso.

L’allestimento proposto dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento nell’ambito della stagione lirica “Larger than life” rende piena giustizia all’impaginato.

Vizireanu non ha optato per una scelta precisa ed è rimasto un po’ in mezzo, in cerca di un equilibrio non trovato.

Difficile dire quanto numerosi siano, in giro per il mondo, i pianisti bibliofili. Qualcosa induce a pensare che non siano poi molti. E anche questo dettaglio serve a illustrare l’originale figura di questo interprete, un musicista raffinato e profondo che solo dopo i quarant’anni è salito alla ribalta come solista […]

Protagonista Cristina Zavalloni, una delle voci più duttili della nostra scena musicale, affiancata da Andrea Rebaudengo al pianoforte in un viaggio ideale nella Francia del secolo passato.

Attraverso la favola di Gozzi e la storia di Puccini, l’artista cinese ha voluto rappresentare le lotte politiche e culturali di oggi. Il risultato è  un evento memorabile, per il profluvio di immagini, per la ricchezza dei video,  per la forza straordinaria dell’animazione a flusso continuo, e dell’installazione funzionale all’opera lirica, e addirittura sovraordinata alla musica e al canto,

Alla fine è stato un successo, confermato da ben sei fuori programma. Un epilogo che musicalmente era annunciato, ma che di questi tempi rischiava di essere incrinato da considerazioni politiche.

Dal punto di vista musicale, la breve ma concentrata serata del San Marco ha seguito i passaggi di questo percorso affascinante, aperto dal Preludio della seconda Suite per violoncello e poi contrassegnato dai brani fondamentali e “fatali” nella riflessione dello scrittore.

Che fosse una produzione degna di nota lo si capiva subito, con un rapido sguardo al team creativo, che porta la firma per la regia di Paul Curran, le scene e i costumi di Gary McCann e le luci di Howard Hudson.

Edulcorarla da tutta quella allure da primo novecento in cui, inevitabilmente, il capolavoro di Cilea è incastonato -e di cui è portavoce di un’epoca che ancora affascina-, è un’operazione che, per essere convincente […]

Un’immagine privata, “domestica”, che del resto corrispondeva alla scelta del direttore anche nella disposizione dell’orchestra a ranghi ridotti ma non esili: raccolta in una piattaforma avanzata a occupare anche una parte di quella che solitamente è la platea, posta ad avvolgere il pianoforte posizionato diagonalmente.

Il Quartetto Emerson non ha certo bisogno di particolari introduzioni, ma potersi confrontare con la visione della musica di una formazione di questa esperienza è sempre interessante.

Il punto di forza è la musica di Manuela Kerer, nata a Bressanone e ovviamente molto coinvolta nel descrivere una storia della sua terra dal contenuto politico-sociale.