Le suore del Carmelo di Compiègne si avviano verso un cielo stellato, quasi a passo di danza, sul canto del Salve Regina, una ad una dopo ogni calare di lama della ghigliottina: questo il finale, che è l’unico momento forse non pienamente risolto, nonostante la musica sublime, dell’allestimento splendido immaginato da Olivier Py per i suoi Dialogues des Carmélites che, proveniente dal Théâtre des Champs Elysées, giunge al Comunale di Bologna dove il capolavoro di Poulenc non era mai stato rappresentato fino ad oggi.

Con due rappresentazioni de L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini le cui scene e costumi portavano la firma di un grande artista visuale come Ugo Nespolo, Stefano Vizioli ha chiuso con successo il suo primo anno da direttore artistico al Teatro Verdi di Pisa ed è tornato ai suoi primi amori, la regia, innanzitutto, e Rossini di cui ha rappresentato, negli anni, molti lavori.

Al Teatro Ristori di Verona i sono presentati i famosi Solisti di Mosca col direttore (oltre che fondatore) Yuri Bashmet, per la prima volta nella città scaligera. Un grande concerto, il loro, dedicato all’arte della trascrizione, e servito innanzitutto a dimostrare come Bashmet non sia solo un grande solista di viola -forse il più grande oggi al mondo- ma anche l’eccezionale organizzatore di un fenomenale complesso di archi fra i più preparati in assoluto.

Formidabili le sorelle Boulanger: Nadia battagliera, Lili riflessiva, entrambe decise a lasciare un segno profondo nel panorama musicale non solo francese e testimoni di un volgere di secolo e di eventi.
La composizione si addice a Lili, la didattica a Nadia. Lili eterea e volitiva al medesimo tempo, affascinata dalla poetica di Debussy e dal simbolismo ermetico; Nadia rigorosa, legata alla tradizione tardoromantica e comunque capace, nei lunghi anni d’insegnamento, di guardare oltre scoprendo e educando almeno due generazioni di compositori tra i quali Bernstein e Copland.

Ottavio Dantone torna in regione alla conduzione dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento nella sua veste di direttore e accompagnatore al cembalo, come massimo specialista italiano del repertorio musicale del Sei e Settecento con un programma tutto destinato all’opera del ‘700 barocca, per la felicità degli estimatori di tale genere.

Il Classicismo “mediterraneo” di Boccherini e quello viennese di Mozart erano messi a confronto nel più recente concerto della Società del Quartetto, che ha visto di scena al teatro Comunale di Vicenza l’Orchestra da camera di Brescia e il duo pianistico Canino-Ballista. Da una parte, la Sinfonia in Re minore detta “La casa del diavolo” del lucchese che si accasò in Spagna (1776), dall’altro quel prodigioso frutto del genio concertante di Amadé che è il Concerto per due pianoforti e orchestra K. 365.

Si era appena spenta l’eco del successo prenatalizio di un concerto sinfonico-corale ed eccolo, Ezio Bosso, Direttore stabile residente rifarsi vivo alla testa dell’Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi in grande spolvero con una serata Mozart-Čajkovskij.

I sogni dell’adolescenza e le esperienze di vita della prima giovinezza che poggiano sul nulla, per poi finire annegati in un baratro che diventa via via più profondo e dal quale la fuga è impossibile.
Questo lo spirito della storia di Manon, Lolita e Lulu ante litteram, nella lettura ancora una volta geniale di Graham Vick, perfettamente aderente allo spirito di Prévost e, soprattutto, al libretto di Illica e Giacosa; il tutto al servizio della musica, trasudante sensualità, di Puccini.

Pesa ancora su Una Lady Macbeth del distretto di Mzensk di Dmitrij Šostakovič il pesante giudizio espresso, all’indomani della prima moscovita, da Andrej Aleksandrovič Ždanov sulla Pravda: “Caos anziché musica”.

Stanno giungendo al termine le rappresentazioni del Trittico di Puccini nell’ allestimento che Cristina Pezzoli creò nel 2007 per il circuito lirico dell’ Emilia Romagna e per i teatri Modena Piacenza Reggio Emilia, che si concluderanno agli inizi di marzo a Ferrara.

Alexander Lonquich, il direttore musicale della Oto, non è soltanto un superbo interprete del Classicismo viennese. Coltiva anche una vocazione schumanniana sia come solista al pianoforte che come camerista e naturalmente come bacchetta.

Sono segni che esiste ancora un futuro musicale italiano, i concerti con giovani esecutori italiani che provengono dalle istituzioni formative musicali nazionali. Sono testimoni che la cultura musicale in Italia non è del tutto perduta, dimostrando di essere ancora capace di giocare un suo ruolo a livello mondiale.

Un Leitmotiv che emerge con grande chiarezza lega i due lavori che si sono aggiudicati la virttoria dell’edizione 2018 di Oper.a.20.21 Fringe, promossa dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento: la distruzione dell’ambiente inteso non solo come violenza alla Natura, ma anche e soprattutto della Terra intesa come complesso di legami umani e di storie di vita.

Prosegue l’interessante progetto torinese che dal Festival Casella (Premio Abbiati 2016) è giunto quest’anno alla sua terza edizione, dedicata a Richard Strauss.

Bisogna essere riconoscenti allo sconosciuto autore dell’unico manoscritto esistente dell’opera barocca Zenobia, regina de’ Palmireni, conservato alla Library of Congress di Washington. Si tratta, come suol dirsi, di una “copia d’uso” del primo lavoro melodrammatico di Tomaso Albinoni, cioè della partitura utilizzata per un’occasione esecutiva.