Non è semplice riuscire a portare sulla scena la complessità psicologica dei personaggi e delle situazioni di Čajkovskij, ma lo spettacolo di Barrie Kosky riesce con suggestiva furbizia a restituire tanto l’atmosfera quanto lo scavo nella mente dei personaggi, in particolare di Tat’jana, vera protagonista dell’opera.

Si conclude con Aida di Giuseppe Verdi, titolo immancabile per il palcoscenico veronese, il weekend inaugurale della 99°edizione dell’Arena Opera Festival 2022.

Un programma tutto di musica americana in una cornice speciale a Firenze: il Chiostro dell’Accademia di Belle Arti ha ospitato, il 16 giugno scorso, il primo dei concerti PlayOut Estate 2022 dell’Associazione Contempoartensemble

Giunto alla decima edizione, il festival Vicenza in Lirica si è concesso un “preludio” nei giorni della Festa europea della musica.

All’Arena di Verona la 99°edizione del Festival omonimo si apre con il secondo titolo più rappresentato nel corso degli anni: Carmen di Georges Bizet.

Una ricerca di facile riscontro di pubblico confermata anche dalla scelta dell’allestimento che rispolvera, per l’ennesima volta,  l’allestimento “monstre” di Franco Zeffirelli datato 1995.

Il recente disco del pianista Alberto Nones porta a riflettere nuovamente sul concetto di “Fantasia” in Chopin. E lo fa estraendo dal catalogo del compositore polacco quelle opere che iconicamente portano questo termine nel loro titolo.

Il tenore inglese è un interprete di riferimento assoluto del repertorio cameristico vocale – e di quello di Britten in particolare – ormai da decenni, pur con quell’aspetto da eterno ragazzo che conserva e che non rivela i suoi quasi 58 anni.

Nella seconda parte Gatti ha saputo padroneggiare i tre stili diversi che Strauss descrive con la sua partitura: l’opera settecentesca, poi la commedia dell’arte e, infine, l’opera post wagneriana.

È avvolta nelle tenebre la nuova produzione scaligera de La Gioconda, melodramma in quattro atti di Amilcare Ponchielli su libretto di un certo Tobia Gorrio, al secolo Arrigo Boito.

Il Festival Toscanini, voluto dal sovrintendente Alberto Triola, affiancato dalla direzione musicale del maestro Omer Meier Wellber, propone un programma piuttosto sfaccettato che unisce la tradizione ad alcune riscoperte, pagine inedite e contemporanee. Una realtà culturale stimolante e necessaria a rinnovare il panorama verdiano parmense. 

I primi quattro appuntamenti del 33° Ravenna Festival hanno offerto nell’arco di pochissimi giorni uno spaccato rivelatore del carattere della manifestazione, […]

La domanda che ci si pone spesso di fronte alla musica nuova è se un determinato brano possa reggere il peso degli anni. Il problema spesso è che dopo una prima esecuzione assoluta dovuta alla commissione di qualche ente concertistico, fondazione lirico-sinfonica, il brano cade nell’oblio e nessuno più ha l’occasione di riascoltarlo dal vivo per svariati anni.

Oltre a essere una vetrina di rilievo per la meglio gioventù della musica (per restare alla lingua di Pier Paolo Pasolini, che il festival di quest’anno ha ricordato nel centenario della nascita), le Settimane Musicali al Teatro Olimpico di Vicenza non dimenticano mai le proprie origini.

La Torre del Oro è viaggio nella musica popolare barocca, ma non solo, spagnola e latinoamericana capace di coinvolgere completamente il pubblico giocando su arrangiamenti quasi jazzistici e sull’improvvisazione che tocca qui vertici di virtuosismo assoluto, partendo ben inteso da basi saldamente filologiche che neppure per momento tradiscono la natura delle composizioni.

Il viaggio iberico immaginato da Cecilia Bartoli per il Festival di Pentecoste effettua una tappa significativa soffermandosi sul repertorio pianistico della Scuola Nazionale Spagnola affidandosi a Javier Perianes.