La stagione Lirica 2017/2018 al Teatro Sociale di Rovigo continua con il secondo titolo in cartellone, Tosca di Giacomo Puccini. Regia scene e costumi sono affidate a Artemio Cabassi che sceglie di ambientare la narrazione in epoca coeva alle indicazioni librettistiche: 14 giugno 1800 […]

Mentre Roma festeggia il compleanno di Héctor Berlioz e il Teatro dell’Opera ne rappresenta, non senza qualche polemica sul nuovo allestimento, La Damnation de Faust, Parigi dedica il suo dicembre lirico all’Opéra Bastille a La Bohème di Giacomo Puccini e dopo le dieci riprese della “vecchia” produzione di Jonathan Miller ne mette in cantiere una nuova di zecca.

È la Natura a trionfare nel Faust, straordinariamente denso, messo in scena da Anagoor, o meglio La Natura nei suoi molteplici aspetti nei quali si ricomprende il Sacro. Simone Derai parte dal Faust di Goethe per arrivare a ripulire dalla melassa misticheggiante del quale è intriso il Faust di Gounod e trovando alla fine più punti di contatto che non componenti divisive.

Cinquant’anni e non dimostrarli. Correva l’anno 1968 quando sei componenti del coro del King’s College dell’Università di Cambridge, animati dal desiderio di distaccarsi in parte dal repertorio liturgico che li impegnava nei servizi religiosi del college, dettero vita ad un sestetto che cominciò a spaziare in altri generi. Nacquero dunque i King’s Singers che in dieci lustri hanno più volte cambiato di formazione, sempre e comunque in sestetto, mantenendo intatte le loro caratteristiche fondamentali, ovvero l’affiatamento perfetto, un’intonazione strabiliante e la gioia nel fare musica insieme.

Con La Clemenza di Tito (Praga, 1791) Wolfgang Amadeus Mozart chiude il suo percorso creativo. E lo fa da Genio assoluto della musica, rivitalizzando un genere, l’opera seria, che stava languendo e restituendo dignità creativa a un lavoro d’occasione […]

Programma molto curioso, sicuramente insolito, ma applauditissimo dal pubblico, quello proposto da I Virtuosi della Scala al Teatro Ristori, nel suo voler assommare i nostri migliori musicisti dell’Ottocento, da Donizetti, a Paganini e Verdi, affratellati dalla forte passione per la musica cameristica.

Dalla lettura delle note di sala, è la regista stessa che descrive il suo progetto di messinscena prendendo come riferimento le esposizioni delle “Mirabilia” nelle Wunderkammer e il collezionismo salottiero e borghese dell’800, il cui unico intento era la raccolta di oggetti e quadri di varia natura e significato con il solo gusto del possesso dell’oggetto in sé.

Prendiamo l’esecuzione che il Théâtre des Champs-Elysées propone a fine 2017 come fiore all’occhiello di una stagione che a Parigi è ormai l’unica alternativa a quella maggiore dell’Opéra National.

Il desiderio di genitorialità, quel profondo sentimento che ti spinge a donare amore incondizionatamente annullando la tua individualità per il bene di una piccola creatura, spinge i nostri due protagonisti alla ricerca di un figlio tutto loro. Una coppia che si ama, stabile economicamente circondata da amici solidali una futura famiglia perfetta.

Quasi dodici minuti di applausi, con una improvvisa e sparuta contestazione in coda rivolta a direttore e regista, hanno salutato la fine dell’Andrea Chénier che ha inaugurato la Stagione 2017-18 del Teatro alla Scala. Fugate dunque le voci che prevedevano bagarre: non è successo nulla e la serata ha avuto consacrazione pressoché piena.

Una serata in crescendo quella proposta dal Ballett Nacional Sodre che è tornato da qualche anno agli onori della ribalta sotto la direzione artistica di Julio Bocca.

Il significato del termine “filarmonici” attiene a coloro che praticano la musica in maniera amatoriale ed è termine più consono per definire il progetto che l’Orchestra “I Filarmonici” di Trento fin dalla sua fondazione, nel 1999, ha inteso creare uno spazio dedicato a chi pratica uno strumento musicale.

Michieletto integra le due opere in un unicum narrativo con protagoniste le stesse persone durante la medesima giornata e nello stesso paese. Certo qualcuno potrebbe argomentare che il villaggio in questione abbia un tasso di violenza abbastanza elevato, tuttavia la produzione funziona benissimo.

Un nonsense pieno di significato.  L’antilopisch che Victor, protagonista e unico ad avere un nome tra i personaggi in scena, parla è in realtà il linguaggio della libertà, o meglio del rifiuto delle convenzioni.

Come d’abitudine Cecilia Bartoli torna a Londra, al Barbican Centre, con il concerto “Dolce Duello” nell’ambito del tour europeo legato all’ultima fatica discografica del mezzosoprano romano.